Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Articolo XVI – XL

Proclama ed Ordine (Crida pubblica) del Vicerè di Sardegna, col quale si proibisce severamente ai cittadini di Cagliari, e delle altre città dell’isola, di metter mano alla spada o al pugnale (in caso di rissa o di contesa), sotto pena d’inchiodarglisi la mano in luogo pubblico, o di servire forzatamente per un anno in una delle Torri del Regno, oltre la multa di cento ducati, ad arbitrio del Vicerè o del reale Consiglio.

(1591. – (1)…).
Dagli atti (Processo) del Parlamento celebrato in Sardegna sotto la presidenza del Vicerè marchese di Aytona (Archiv. dell’antico Patrim. Reale).

Per lo molt que couve, que en la present Ciutat, y Castell de Caller, y sos Apendicis, y en les demes Ciutats del present Regne, se visca ab tota quietut y pau, la qual se sol perturbar per algunes persones occasionades, que ab molta facilitat posan ma à la spasa, daga, ò pugnal; perço desyant sa Señoria Illustrissima attendre al remey de semblant dañy, ab la present publica Crida proveheix, y mana, que ninguna persona de qualsevol grau, qualitat, ò condicio sia, goze, ni presumesca en la present Ciutat, y sos Apendicis, come en les demes Ciutats del Regne, posar ma alla spasa, pugnal, ò daga, sots pena de esserli enclavada la ma en lo lloch public y acostumat, ò de servir un añy en una Torre, nomenadora per sa Illustrissima Señoria, y pagar cent ducats, à arbitri de sa Illustrissima Señoria, y Real Consell, attesa la calitat de les persones, y circumstancies del delicte.

(1) Quest’Ordine, o Crida, facea parte di un Proclama (Praeconium) pubblicato nel 1591 dal Vicerè di Sardegna Don Gastone di Moncada, Marchese di Aytona, mentre presiedeva il Parlamento; ed era contenuto nel cap. 37 del Proclama medesimo. Lo Stamento Militare (dei Nobili) riclamò contro questo provvedimento generale, che comprendeva tutti i suoi membri, e ledeva per conseguenza i suoi privilegi; e negli Atti dello stesso Parlamento (cap. 44, fol. 5) si legge, che fu tosto rivocato per riguardo ai Nobili: Item, diceva lo Stamento, per quant ab la prohibicio penal per Vostra Senyoria Illustrissima feta de no poder posar ma à la spasa, restarian lisiats los Militars, y personas del dit Stament en sos privilegis, y exempcions; suplica à  lo dit Stament mane revocar la dita prohibicio en respecte de aquells. E subito il Vicerè decretava: Que no se entengan en dita Crida los Cavallers, y Militars. Fu poi nel Parlamento celebrato nel 1602 sotto il Vicerè conte d’Elda ridotta la multa, prima da cento a cinquanta, e poi da cinquanta a soli venticinque ducati. E nel Parlamento successivo del 1614, presieduto dal Vicerè duca di Gandia, fu intieramente abolita questa Crida, ma per riguardo soltanto ai cittadini di Cagliari (Atti di detti due Parlam. Ved. infr. Diplomi e Carte del sec. XVII).