Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Secolo XIII – VII

Lettera di Papa Innocenzo III al Podestà e Consiglio del comune di Genova, con cui, dolendosi delle offese fatte dai Pisani nell’affare di Sardegna (in facto Sardiniae) a Trasamondo suo cugino, li previene di aver ordinato a quest’ultimo di recarsi senza dilazione alla loro città, dove dal medesimo si tratterebbero di presenza con detto Podestà e Consiglio cose che dovrebbero ridondare eziandio in loro onore, e vantaggio.

(1206, 7 gennaio).

Dai Regii Archivi di Corte di Torino, Serie 1°, Gen. Bell. e Brev. Mazz. 1. N° 31.

Innocentius Episcopus servus servorum Dei. Dilectis filiis Potestati et Consilio Ianuensium salutem et apostolicam benedictionem. Quam graviter in multis offenderint nos Pisani presertim in facto Sardinie contra dilectum filium nobilem virum Trasmundum consobrinum nostrum vestra sicut credimus discretio non ignorat (1). Sperantes autem quod vos erga personam nostram et Romanam ecclesiam fidem et devotionem non solum servare sed etiam ampliare velitis, prudentiam vestram rogamus attentius. et monemus quatenus cum eidem consobrino nostro demus firmiter in mandatis ut ad civitatem vestram quamtotius venire festinet, vos pro ipso ducendo oportunum navigium destinetis, quoniam ipso presente talia faciemus tractari vobiscum que vestro studio mediante ad honorem et profectum vestrum magnifice redundabunt. Dat. Rome apud Sanctum Petrum VII idus ianuarii. Pontificatus nostri anno nono.

NOTE

(1) L’offesa fatta a Trasmondo, cugino del Pontefice, era imputabile personalmente a Lamberto, cittadino pisano, non però a tutto il Comune. Imperocchè il suddetto Lamberto avea invaso il giudicato di Gallura in Sardegna, e dippiù si avea tolto in moglie la figlia unica del defunto regolo Barisone, erede di quel giudicato, come si ricava dai documenti e dalle carte qui appresso riportate. Ora, siccome Trasmondo avea contratto nozze, o con la stessa figlia di Barisone, o con Elena di lui vedova, si comprende di leggieri perché il Pontefice se ne sdegnasse, e scrivesse contro i Pisani al Podestà e al Comune di Genova. Ho detto, che Trasmondo avea contratto nozze, o con la vedova, o con la figlia di Barisone di Gallura, perché nello stesso anno 1206 Papa Innocenzo III scrive tra le altre cose al vescovo di Firenze, suo speciale legato, che – Gallurensem dominam cogat ad viri Pontificis consobrini consortium; thorumque coniugalem redire (Epist. 147 Lib. IX). Ved. Raynald. Cont. Annal. Baron., ad ann. 1206 N° 36. E non si rileva dalla lettera, se la domina Gallurensis fosse la madre o la figlia.