Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Secolo XIII – LIX

Ubaldo, giudice di Gallura e di Torres, conferma le dichiarazioni e promesse fatte dalla sua consorte Adelasia, e dichiara alla sua volta di ritenere a nome della Chiesa Romana il giudicato Turritano, e quant’altro spettava alla predetta sua consorte nelle isole di Sardegna e di Corsica, in Pisa ed in Massa, e presta perciò a mani del Legato Pontificio il relativo giuramento di fedeltà (1).

(1236, 3 marzo).

Dal Muratori, Antiq. Ital., Tom. VI. Dissert. LXXI.

In nomine Domini, anno. Anno Domini millesimo ducentesimo trigesimo sexto, indictione X. tempore domini Gregorii IX Papae anno decimo, tertia die exeunte mensis martii, in praesentia dominorum Gisarcliensis et Empuriensis Episcoporum, mei Gregorii, sacrosanctae Romanae Ecclesiae Scriniarii, et subscriptorum testium, dominus Hubaldus Iudex Gallurensis et Turritanus recognovit et fuit confessus publice et non coactus, se habere, tenere et possidere ab Ecclesia Romana iudicatum Turritanum, quem habet pro domina Adelasia uxore sua, et alia quae ad ipsam hereditario iure pertinent tam in Sardinia, quam in Corsica, Pisis, Massa, et ubicumque sunt. Pro quibus omnibus Ecclesiae Romanae iuramentum fidelitatis praestitit Magistro Alexandro Capellano et Legato Apostolicae Sedis, nomine ipsius Romanae Ecclesiae sacramentum recipienti: cuius tenor talis est:

Ego Ubaldus Iudex Gallurensis et Turritanus ab hac ora in antea fidelis ero et obediens Beato Petro, sanctaeque Romanae Ecclesiae, et domino meo Papae Gregorio, eiusque successoribus canonice intrantibus. Non ero in facto nec dicto neque in consilio, ut ipse vel legatus sive nuntius eius, vitam perdant aut membrum, aut capiantur mala captione. Consilium quod michi dominus Papa crediturus est per se vel per literas sive per nuntium suum, me sciente ad ipsius damnum nulli pandam. Regalia Beati Petri, et specialiter Sardiniam, adiutor ero ad retinendum et defendendum contra omnem hominem, et reacquirendum alia iura Ecclesiae Romanae, ubicumque fuerint, quum a domino Papa, vel eius certo nuntio fuero requisitus. Insuper praedictum iudicatum Turritanum, et alia quae ad supradictam dominam Adelasiam uxorem meam pertinent, nemini supponam, neque aliquo modo diminuam, sine mandato et licentia Summi Pontificis. Legatum Apostolicae Sedis honeste recipiam, et in eundo et redeundo honorifice tractabo, et in suis necessitatibus adiuvabo.

Actum in palatio regni Turritani de Ardera, coram subscripsit testibus, videlicet Gisarcliensi et Empuriensi Episcopis, domno Lamberto Abbate etc.

NOTE

(1) Non bisogna confondere l’Ubaldo giudice di Gallura con un altro Ubaldo suo contemporaneo, il quale fu della stessa famiglia dei Visconti di Pisa, ed ebbe varie ragioni e possessioni nel regno Cagliaritano. Il primo era figlio di Lamberto, redò dal padre il giudicato di Gallura, e quindi per le sue nozze con Adelasia diventò eziandio giudice di Torres. Il secondo invece era figlio di Eldizio, o Eldicio (Heldithi), e lasciò quattro figli, mentovati nel suo testamento fatto nel 26 gennaio 1231 (stil. pis. corris. al 1230) nella villa sancte Ceciliae (o sancte Gillie) in palatio regni Kallari, i quali con codicillo del 28 gennaio dello stesso anno raccomandò alla tutela del comune di Pisa. Ubaldo di Lamberto Visconti, cui appartiene il presente documento, sposò Adelasia di Mariano II di Torres nel 1219, ciò ricavandosi dall’atto di concordia seguito nel 18 settembre 1220 (stil. pis.) tra il di lui padre Lamberto, e il suddetto Mariano, con cui il secondo cede al primo il giudicato di Gallura (totam terram de Galluri), e nel quale Mariano chiama Ubaldo filio tuo (cioè di Lamberto) et genero meo. Da una carta del 1238 appartenente alla contessa Beatrice, figlia del conte Ridolfo di Capraia, si rileva, che nel maggio di detto anno Ubaldo era già morto, poiché essa riclama un suo credito dai di lui eredi. E da un’altra carta del 1280 si ricava, che Ubaldo lasciò un figlio per nome Giovanni, il quale in detto anno non vivea più, leggendosi nella medesima – quondam Iohannes filius quondam Ubaldi Vicecomitis Iudicis Gallurensis et Turritanis. Sarebbe forse questo Giovanni lo stesso Giovanni o Chiano, succeduto a Ubaldo nel giudicato di Gallura? Pare di sì. Ma in tal caso Ubaldo lo ebbe da altra moglie, che da Adelasia di Torres, e quindi anteriormente al 1219.