Lettera di Papa Clemente III ai cardinali di S. Cecilia e di S. Maria in via lata, suoi Legati, acciò facciano restituire ai Genovesi il castello di Serla, ritenuto ingiustamente in Sardegna da uno dei suoi giudici (1).
(1188, 16 luglio).
Dai Regii Archivi di Corte di Torino, Gen. Boll. e Brev. Mazz. I, N° 30.
Clemens episcopus servus servorum Dei dilectis filiis Petro titulo Sancte Cecilie presbitero, et Sofredo Sancte Marie in via lata diacono cardinali salutem et apostolicam benedictionem. Dilecti filii nostri consules Ianuenses suam ad nos querimoniam destinarunt quod quidam iudex Sardiniee quoddam ipsorum castrum, quod dicitur Serla iniuste detinet et reddere contradicit. Ideoque discretioni vestre per apostolica scripta mandamus. Quatenus ex parte nostra per censuram ecclesiasticam sublato appellationis obstaculo faciatis eum a prelato suo compelli ad castrum ipsum sine difficultate reddendum vel plenam iustitiam exibendam.
Datum Laterani XVII kalenda augusti, pontificatus nostri anno primo.
NOTE
(1) Il castello di Serla, di cui si parla nella presente epistola Pontificia, era ritenuto dai Catalani, ch’erano andati e si trovavano in Sardegna per sostenere le ragioni di Ugone di Bas, il quale, dopo la morte del re Barisone, pretendeva aver dritto ad una parte del giudicato di Arborea. Infatti nell’1 marzo 1192 Raimondo di Turingia curatore del suddetto Ugone, Raimondo di Gulgo, Guglielmo di Sagardia, e Bernardo di Anglarola co’ loro compagni convennero con Guglielmo Burono, console del comune di Genova, di restituire e consegnare ai Genovesi il detto castello di Serla entro tutto il mese di maggio di quello stesso anno. (Ved. infr. cart. N° CXLI).