Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Secolo XI – I

Ugone marchese di Massa, signore di Corsica e giudice di Cagliari, dona varii beni al monastero S. Mamiliano nell’isola di Monte-Cristo.

(1002, 3 aprile)

Dal Mittarelli e Costadoni nell’appendice al tom. I degli Annali camaldolesi, n.° LXX, col. 169-170, edit. venet., MDCCLV (1).

In nomine Domini. Amen. Ex hoc publico strumento sit omnibus audientibus et legentibus notum. Hoc est exemplum de quadam chartula, qualis tenor talis est. Quoniam quidem ego dominus Ugonus Dei gratia marchio Masse, domino de Corsica et judex calaritanus coram me Nicholao Joannis imperiali auctoritate notario coram subscriptis testibus dedit et concessit, atque tradidit et donavit sanus mente et corpore pro remedio et salute anime sue et parentum suorum irrevocabiliter inter vivos. Deo et domno placido abbati monasterii sancti Mamiliani insule Montis Cristi, unam possessionem terrarum, que est propria dictam in plagia posita in loco, quod dicitur a le Prunice cum terris cultis et non cultis, buschis et silvis terminata ex omni latere cum via publica. Item dedit aliam possessionem terre dictus dominus marchio dicto domino abbati in loco dicto a le Codule cum terris cultis et discultis, buschis et silvis, et terminis ibi postis. Item aliam possessionem terrarum in loco ubi dicitur a la Renula cum suis pertinentiis et confinibus, ac terris cultis et incultis, buschis et sylvis, ita quod dictus abbas possit de dictis terris a le Prunice, a le Codule et a la Renula tamquam de re propria sua facere, quam intra donationem, concessionem et traditionem dictus dominus marchio dedit et concessit et firmavit, uti omni tempore sibi in ipsa propria ecclesia vel abbatia Montis Christi firma sit, de medietate persistat, et quem ortabunt dictus dominus marchio me pro predicto Nicolaio notarius scribere rogatus.

Actum in castro Calari in presentia dicti domini marchionis, presentibus domino Mariano Gontini, Ravino medico, et domino Bartholomeo di Bos, et alii plures rogatis testibus. Anno dominice incarnationis M. II indictione XV tertio nonas aprilis.

Ego Nicolaus Johannis imperiali auctoritate notarius predictis omnibus interfui, et a dicto domino marchio rogato scribere publice scripsi et affirmavi.

Ego Joannes suprascripto predicta exemplavi de actis Montis Christi.

NOTE

(1) Gli Annalisti camaldolesi trassero l’esemplare di questa donazione dall’archivio di S. Michele in borgo di Pisa. E il Muratori l’avea precedentemente citata nelle sue Antichità italiane del medio evo. L’indizione XV notata in fine dell’atto corrisponde esattamente all’anno 1002 dell’era volgare. Pare non potersi dubitare che il donatore sia lo stesso Ugone, marchese, signore di Corsica e giudice di Cagliari, di cui si ha un’altra carta del 1021 (ved. infra n° III), e ch’egli fosse padre di Rinaldo marchese, quondam Ugonis, qui fuit similiter marchio, il quale nel 14 marzo del 1025 o del 1040 donò varie possessioni alla stessa abbazia di Monte-Cristo. Perché, sebbene tra il 1002 e il 1021 occorra un altro atto di liberalità verso il monastero di S. Mamiliano, e questo apparisca eseguito nel 1019 da Guglielmo marchese, che s’intitola parimente signore di Corsica e giudice di Cagliari (vedi infra. n° II), tuttavia per le buone ragioni addotte dal Mittarelli e Costadoni, la donazione di Guglielmo dovrebbe riferirsi al 936, e quindi non interromperebbe la quadrilustre possessione della giudicatura cagliaritana per parte di Ugone (ved. Muratori, Antiquit. ital., tom. II, dissert. XXXII, col. 1074, 1078, edit. Mediol. 1739, in-fol.- Mittarelli e Costadoni, Annal. camaldol. tom. I, lib. II, pag. 77 e 78; lib. X, pag. 405 e 406, ed in append. col. 37, 38, 169-170, 248-49-50, 276, edit. Venet., 1755, in-fol.). Quali poi fossero, e donde derivassero, i diritti di questo dinasta sul giudicato di Cagliari, e come e per qual motivo egli vi si trovasse presente all’atto della donazione che apparisce distesa e sottoscritta in castro Calari, né si ricava dal documento, nè in tanta lontananza ed oscurità di tempi, e nella deficienza assoluta di altre memorie coetanee si può con certezza definire. Forse gli antenati di Ugone erano succeduti ai diritti di Berengario o Berlingerio signore di Corsica e di Sardegna (ved. sopra pag. 120, col. 2a , nota 7a), o forse i marchesi di Massa discendevano da qualcheduno degli antichi conti di Toscana, ai quali era stata commessa nella prima metà del secolo IX la difesa delle due isole contro i Saraceni (ved. sopra pag. 118, col. 2a , not. 2a). Ma fossero queste od altre diverse le ragioni per le quali Ugone assumesse gli anzidetti due titoli, sembra intanto doversi ammettere come certo ch’egli ne avesse qualcheduna o reale o presunta per qualificarsi regolo di Cagliari (judex calaritanus). È da notare l’espressione actum in castro Calari, che leggesi nella conclusione della carta, poiché dalla medesima si viene a conoscere che quest’ultimo esisteva già nei primi due anni del secolo XI, e che per conseguenza i Pisani non ne furono i primi fondatori.