1EGO VIVIANO PRIORE DE BONARCADU || [c. 40v] facio recordatione de cambiu ki fegi cun Petru Pisanu: 2sa binia de Petrogna et figu et onnia quantu i at intro tenendo cun sa binia donniga, cun su cantu advia(t?) [[in? / intro de?] …?…]; cun levandosi ipse in pala de spiarella da omnia homini. 3Et sunt testes: donnu Comida de Sivi et Furadu Esuri et donnu Tomas, mandadores de regnu, Eizo Galaça, maiore de Suli, et Torbini de Uri et Creskentino. 4Et fecisi custa cambia in tempus de donnu Johanne Castana.
96.2 sa binia de Petrogna […] su cantu adviat [[in? / intro de?] …?…]] sa binia de Petrogna et figu et onnia quantu i at tenendo cun sa donniga, cun su cantu adviat intro de binia donniga. La lezione del manoscritto mi pare almeno sospetta, né appare chiaro quale siano i due termini dello scambio. L’errore potrebbe facilmente spiegarsi per confusione nella dettatura interiore del copista, dato l’accavallarsi ripetitivo di termini uguali o simili: quantu i at :: su cantu adviat, donniga :: binia donniga, cun :: cun. Inoltre ‘donnicu/-a’ è aggettivo e non sostantivo, a meno di non voler considerare la prima occorrenza di donniga come aggettivo sostantivato o sintagma ellittico (nel senso, per ipotesi, di terra donniga o binia donniga), o a semplice dimenticanza del sostantivo, tanto più se questo fosse stato un ripetuto binia. Tutto ci parrebbe anche plausibile; tuttavia se il sintagma dipendente dal secondo cun (cun su cantu adviat intro de binia donniga) costituisce uno dei due termini dello scambio, mi chiedo in che cosa esso oggettivamente e concretamente consistesse: mi chiedo cioè come si possa scambiare una binia (e sia pure ci che vi è all’interno di essa, ossia evidentemente alberi da frutto e piantagioni diverse) con soltanto ci che dentro di un’altra vigna vi possa essere. Anche se fra più di un dubbio, mi decido a un emendamento, che lascerebbe comunque una lacuna incolmabile. L’ipotesi di un guasto per lacuna potrebbe essere confortata anche dal fatto che nel dare la menzione dello scambio, non viene usata la formula solita e tipica, del tipo ‘io gli diedi … ed egli mi diede in cambio…’; qui ci si aspetterebbe per lo meno un cambiei (o simili) all’inizio di 96.2: ‘cambiei sa binia de Petrogna […] cun su cantu, ecc.’. Mi sorge inoltre il sospetto che vada anche emendato adviat (3a persona) in advia (1a persona) (dubbio e sospetto che esprimo tangibilmente ponendo tra parentesi la t finale di adviat seguita da punto di domanda): infatti dalle schede successive appare che sia il monastero di Bonarcado ad avere interesse all’acquisizione delle vigne di Petrogna (o Petronia), per cui, se così fosse, anche qui sarebbe Bonarcado ad acquisire, tramite la permuta, sa binia de Petrogna, dando in cambio su cantu advia … (dove la 1a persona verbale si riferirebbe all’ ‘ego Viviano’ che redige la scheda); un errore per scambio di persona verbale da 1a a 3a non sarebbe strano, e lo si è incontrato più volte, data la mobilità fonetico-grafica della t finale.