Il Pontefice Innocenzo III scrive ai Giudici di Torres, di Cagliari, e di Arborea, acciò ricevano onorevolmente l’arcivescovo di Torres (Biagio), al quale avea affidato importanti affari, che loro comunicherebbe a voce, fra i quali erano principali quelli riguardanti li due giudicati di Arborea, e di Gallura, e le future nozze della figlia giovinetta dell’ultimo regolo di questa seconda provincia.
(1203, …).
Dal Raynaldi, Continuaz. degli Annali Ecclesiast. del Baronio, ad ann. 1203. – N°. 68, Tom. I. pag. 169-70. – Edit. Lucen. 1747.
Innocentius Turritano, Calaritano, et Arborensi iudicibus (1). Quanto Sardinia specialius ad Romanam Ecclesiam noscitur pertinere, utpote cui, tam in spiritualibus, quam temporalibus est subiecta (2), tanto propensius praecavere volumus, et debemus, ne quid attentetur in ea, per quod et status perturbetur ipsius, et graviter Dominus offendatur… Monemus igitur nobilitatem vestram, et exhortamur, atque per Apostolica vobis scripta praecipiendo mandamus, quatenus ipsum (3) ob reverentiam Sedis Apostolicae, et nostram recipientes humiliter, et honorifice pertractantes, quae super iudicatu Galluren. et Arboreae, et nobili muliere…filia quondam iudicis Galluren. tradenda nuptui, cum ad nubiles annos pervenerit (4), et aliis vobis ex parte nostra proponet, cum super omnibus plenam nostram noverit voluntatem, credere et efficere procuretis: ita quod devotionem vestram in hoc plenius cognoscamus, et per ipsius sollicitudinem toti provinciae pax perveniat exoptata (5).
NOTE
(1) Nel 1203 regnava in Torres Comita II, in Cagliari Guglielmo I, marchese di Massa, e in Arborea Pietro I, figlio del famoso Barisone re di Sardegna.
(2) Tre anni avanti (1200) lo stesso Pontefice Innocenzo III, scrivendo al giudice di Cagliari (Guglielmo I), onde rimproverarlo di tante scelleratezze che gli s’imputavano, dichiarò pure Sardiniam peculiari quodam ac legitimo iure ad Apostolicam Sedem pertinere. La lettera è citata sotto il N.° 33. Libro III dell’Epistolario Innocenziano, ma non riportata dal Raynaldi, Continuat. Annal. Baronii, Tom. I. pag. 94 ad ann. 1200. N.° 49.
(3) Ipsum; cioè Biagio arcivescovo di Torres, il quale era nominato senza dubbio poco sopra nel tratto della lettera pontificia mancante nella pubblicazione fattane dal Raynaldi.
(4) Il Pontefice allude alle invasioni dei giudicati di Arborea, e di Gallura, eseguite, la prima da Guglielmo marchese di Massa, e la seconda da Lamberto Visconti, ambidue cittadini pisani. La principessa, delle di cui nozze si preoccupa lo stesso Pontefice, era unica figlia superstite di Barisone regolo di Gallura.
(5) La presente epistola, che dal Raynaldi è notata col N.° 29, Lib. VI, non è stata da lui prodotta nella sua interezza. Lo stesso annalista soggiunge, che nel medesimo anno 1203 il Pontefice Innocenzo III scrisse altre due lettere (N.° 31 e 147 eod. Lib,), l’una ai suddetti Giudici di Torres, di Cagliari e di Arborea, acciò prestassero il giuramento di fedeltà alla chiesa Romana nelle mani dell’arcivescovo Turritano (Biagio) suo legato o commissario, e l’altra agli arcivescovi, vescovi, e giudici di Sardegna, affinché pagassero un annuo tributo alla sedia Apostolica. Su del che mi occorre notare, che il tributo richiesto da Papa Innocenzo III non era già la imposizione di un tributo nuovo, ma la domanda del tributo antico che pagavano alla chiesa Romana, sotto nome di censo, i Giudicati, gli arcivescovadi, i vescovadi, le abazie, i monisteri, ed altre chiese dell’isola. Ved. Diplomi e Carte del secolo XII N.° CXLII.