Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Secolo XI – XVI

Costantino, regolo di Cagliari, conferma la donazione delle due chiese di s. Giorgio e s. Genesio, e la fondazione del monistero sotto l’istesso titolo fatta da suo padre Arzone.

(1089, 30 giugno)

Dal Martene, e Durand, Veter. scriptor. et monument. collect. tom. I. col. 523-24.

Notum sit omnibus fidelibus Dei, quod ad honorem sanctorum Arzo rex et iudex kalaritanus (1) cum uxore sua domina Vera, et cum Constantino filio suo, voluntate Dei iudice Constantino, et cum aliis filiis suis…pro peccatis suis et parentum suorum, et stabilitate regni mei ecclesiam s. Georgii de Decimo, et ecclesiam s. Genesii…(2) consentiente et laudante kalaritano Jacob (3), ut perpetuum esset monasteriu. Unde ego Constantinus una cum matre mea domina Vera, ne aliquis possit elemosynam patris mei disquirendo destrui, laudante uxore mea, et filio meo Marino, et fratribus et parentibus meis, praedictum monasterium s. Georgii et s. Genesii cum omnibus ad se pertinentibus mobilibus et immobilibus Domino Deo et Sanctae Mariae, et beati Victori et abbati Ricardo et successoribus suis donavit confirmo. Quando vero…in manu sua voluerit retinere teneat. Post me autem vos quoque vel donatione monasterii…abbas Massiliensis et monachis regere…sub regula s. Benedicti et consuetudine et disciplina monasterii Massiliensis…vivere voluerint. Quod si hoc facere noluerint, praedictus abbas mittat monachos, et stabilitatem regni mei continue Dominum rogent et deprecentur. Si quis vero hanc donationem voluerit infringere, et donationem patris mei et matris meae et meam voluerit destruere vel minuere, non habeat potestatem faciendi, sed C. libras auri inde componat, et nisi ab inceptis resipuerit…carta donationis hac firma et stabili permanente. Abbas vero habeat licentiam clamorem suum ad apostolicam Sedem deferre, et ibi reclamare…Petri super illos qui hoc facere tentaverint, deferre, quibus modis potuerit…vendicare (4). Facta est haec carta donationis anno millesimo…indictione duodecima, mense junio, II cal. julii.

Ego Constantinus rex et iudex qui dico Salusius de Lacon hanc donationem firmo † (5).

† Jorgia regina firmavit.

Ego Marianus rex et iudex filius suprascripti Constantini firmo †.

Arzoq. frater eius firm. †

Domicelus Cerchis curator de civita firm. †

Domicel. Gonnar. frater eius firm. †

Petrus † Torbino † et Marian. † et Trocater frater eorum firmaverunt †.

Virgilius episcopus de Dolia…episcopus de Sulsis firmaverunt et corroboraverunt, et ne aliquo temerario ausu infringatur sub anathemate confirmaverunt (6).

NOTE

(1) Opino che l’Arzone menzionato in questa carta sia lo stesso Arzone, uomo saggio, di cui parla papa Gregorio VII nella lettera del 5 ottobre 1080 diretta ad Orzocco giudice di Cagliari (ved. sopra docum. XII) e che sia succeduto allo stesso Orzocco nel regno cagliaritano per elezione fattane dal clero e dal popolo. In quanto poi alla donazione di Arzone re e giudice di Cagliari, vedasi il mio Dizionario biografico dei Sardi illustri, vol. I, pag. 94.

(2) In questa lacuna e nella precedente era compreso il resto della narrazione riguardante la donazione e la fondazione fatta da Arzone giudice e re di Cagliari.

(3) Cioè il vescovo Giacomo, che occupava la sede Cagliaritana fin dal 1080, come si ricava dall’epistola di tal anno scritta da papa Gregorio VII, e prodotta più sopra sotto il n° XII. Per non ripetere quanto dissi di questo prelato nelle note al suddetto documento XII, rimando i lettori al mio Dizionario biografico dei Sardi illustri, vol. II, pag. 128.

(4) Da tutto il contesto della presente carta si rileva che Arzone, mosso da pietà, avea fondato il monastero dei Ss. Giorgio e Genesio; che Costantino suo figlio, succedutogli nel regno, confermò tale fondazione, con intervento del suo figliuolo Marino o Mariano o della sua madre Vera, già vedova di Arzone; che il monastero dovea dipendere da quello di S. Vittore di Marsiglia sotto la regola di S. Benedetto; e che chiunque volesse impedire l’effetto di questa fondazione, incorresse nella penale di cento libbre d’oro, salvo all’abate del monastero il ricorso alla santa Sede contro i refrattarii. Ed ecco un vincolo di osservanza diverso da quello che si vede espresso in altre donazioni di regoli sardi, che sono per l’ordinario molte benedizioni e maledizioni. Dal che si deduce, che Costantino non credette bastanti le sole pene spirituali per guarentire l’osservanza della sua volontà.

(5) Cioè Costantino re e giudice chiamato eziandio Salusio di Lacon.

(6) Dalle soscrizioni di questo documento si ricava che Giorgia regina ara moglie di Costantino Arzocco (Artocco), Zerchis e Gonnario suoi fratelli; fratelli suoi eziandio Pietro, Turbino (forse il Turbino che tredici anni dopo usurpò il giudicato di Cagliari), Mariano e Trocator o Torchitorio, ma probabilmente fratelli suoi naturali, perché, a differenza di Arzocco, Zerchis e Gonnario, firmano tutti quattro collettivamente; che Mariano era suo figlio, o unico o certamente primogenito, e già associato dal padre al regno, perché si appella rex et iudex, e che a quest’atto, non solo come testi, ma anche come approvatori, intervennero Virgilio o Vigilio, vescovo di Dolia, e il vescovo di Solci (de Sulcis), che lo era Raimondo, come ricavasi dalla carta del 22 aprile 1090 di Ugone arcivescovo cagliaritano (ved. infra n° XIX). La data della presente carta fu giustamente segnata dal Martene e dal Durand nel 1089, perché a tale anno corrisponde esattamente la indizione XII notata alla fine dell’atto.