Edizione a cura di Marietta Falchi
La trascrizione è stata effettuata su riproduzioni fotografiche attuando le consuetudini delle edizioni filologiche con intenti conservativi.
Si è conservato l’uso della lettera h nel verbo avere e nei termini homine e honori così come nel testo e si è conservato inoltre l’uso alterno di i / y, ç / z, c / k.; e sono state rispettate le grafie latineggianti (anathema, sanctu, adiunxi…); tuttavia si è modernizzato l’uso di u e v e si sono impiegate le maiuscole e i segni di interpunzione secondo le regole odierne.
Lo scioglimento delle abbreviazioni è stato indicato in corsivo; si è trascritto con et la nota tironiana 7 ; di norma si è sciolto il titulus per la nasale in n, mentre lo si è sciolto in m davanti a p e b, anche se, nelle forme scritte per esteso prevale l’uso della n.
È stata sciolta l’abbreviazione pbr nella forma latineggiante presbiter e pbru nella forma volgare prebiteru e la parola oia (+ titulus) in omnia.
Gli interventi cogetturali seguono la seguente kegenda: tra parentesi quadre [ ] le correzioni sostitutive di lettere o parole presenti nel manoscritto ma ritenute errate; tra parentesi angolari < > le integrazioni con aggiunta di lettere o parole mancanti sia per danno del manoscritto, sia per presunto errore del copista (segnalato in apparato); tra parentesi graffe { } le espunzioni; con puntini racchiusi tra parentesi tonde (…) le lacune dovute a deterioramento del manoscritto.
L’apparato, dopo la lezione accolta nel testo che si ripete facendola seguire dal segno ] laddove ci sono integrazioni, espunzioni, lacune o casi dubbi, riporta la lezione accolta nell’edizione precedente: S (Solmi, ed. 1905), mentre per le lezioni del manoscritto si è usato il neretto.
Per la sola pergamena VI che ci è giunta sia in originale sia in copia autentica, si sono utilizzate le sigle P per l’originale e P2 per la copia autentica.