Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna

Caralis panegyricus Carmina – Premessa

di Rodrigo Baeza

a cura di Maria Teresa Laneri e Francesca Piccioni

Nell’ambito di un programma di ricerca che si propone di pubblicare in edizione critica i testi umanistici della Sardegna1, diversi anni fa ebbi occasione di gettare un primo sguardo su un manoscritto cinquecentesco, custodito a Cagliari, che trasmette una raccolta di brevi componimenti letterari di apprezzabile fattura in greco e in latino, in prosa e in versi, attribuiti da un’annotazione di mano seriore a un certo Rodrigo Hunno Baeza: una figura enigmatica di intellettuale che poco dopo la metà del XX secolo Francesco Alziator inserì impropriamente nella sua Storia della letteratura di Sardegna quale valentissimo e sino ad allora sconosciuto umanista cagliaritano di fine ‘5002. Il clamore suscitato da Alziator con tre appassionati saggi3, tuttavia, non spinse gli specialisti ad approfondire l’indagine filologica e storico-letteraria su quei testi, che destarono per contro un vivace interesse nei cultori di altre discipline a motivo di alcune informazioni di carattere archeologico, epigrafi- co, topografico e antiquario in essi contenute4. Le opinioni di Alziator rimasero dunque il solo punto di riferimento in materia. Nel preparare l’edizione critica delle opere conservate nel manoscritto cagliaritano mi è parso pertanto ineludibile riprendere e approfondire il discorso sul loro autore, dal momento che a tutt’oggi continua a dominare quella vocazione all’autoreferenzialità che non di rado ha penalizzato gli studi sardi e che è sostanzialmente anche alla base delle erronee congetture affermatesi sull’argomento5. Buona parte dell’Introduzione di questo lavoro sarà perciò dedicata alla corretta individuazione del personaggio: un umanista spagnolo, cattedratico di Poesia presso l’Università di Valencia fino all’a.a. 1549/50, che nel giugno del 1551 venne chiamato a insegnare lettere umane nella Scuola civica di Cagliari, dove prestò con successo la sua opera per almeno tre lustri.

Nel presente volume la sezione introduttiva al codice, all’autore, al Panegirico e l’edizione e la traduzione di quest’ultimo si devono a Maria Teresa Laneri; l’introduzione all’antologia poetica nonché l’edizione, la traduzione e il commento dei versi si devono a Francesca Piccioni, così come la Bibliografia e gli Indici*.

M.T.L.

 

Note

1 Il progetto, varato da Enzo Cadoni che lo condusse in collaborazione con vari studiosi e allievi sino al 1995 e da me proseguito, ha portato sinora alla pubblicazione, in edizione critica, degli inventari delle biblioteche di Alessio Fontana e di Giovanni Francesco Fara (Cadoni – Turtas, 1988), di Nicolò Canyelles (Cadoni, 1989), di Antonio Parragues de Castillejo (Cadoni – Contini, 1993), di Monserrat Rosselló (Cadoni – Laneri, 1994, 2 voll.), degli Opera omnia di Giovanni Francesco Fara: In Sardiniae chorographiam libri II e De rebus Sardois libri IV (Cadoni – Laneri – Lupinu – Pintus, 1992, 3 voll.), del De bello et interitu marchionis Oristanei di Proto Arca (Laneri, 2003), del De origine et fortitudine Barbaricinorum di Giovanni Arca (Laneri – Turtas, 2005) e della Sardiniae brevis historia et descriptio di Sigismondo Arquer (Laneri – Turtas, 2007).

2 F. Alziator, Uno sconosciuto umanista: Roderigo Hunno Baeza, estrat- to dagli Atti del IV Congresso Internazionale di Studi Sardi (Cagliari, 26 ottobre – 4 novembre 1952), Cagliari 1954, pp. 1-12, riprodotto con poche variazioni in Id., Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari 1954, cap. XV, pp. 126-134: Uno sconosciuto umanista del Cinquecento sardo, e Id., Il “Caralis panegyricus” di Roderigo Hunno Baeza, Cagliari 1954, che offre una trascrizione, corredata di una breve introduzione e della traduzione italiana, dell’orazione encomiastica Caralis panegyricus civibus Caralita- nis dictus. A darne notizia per primo fu però E. Toda y Güell, Bibliografía Española de Cerdeña, Madrid 1890 (parte segunda: Manuscritos y códices existentes en Cerdeña), n.° 674, pp. 229-230. Fra i due studiosi solo fugaci cenni in G. Giacomelli, Della musica in Sardegna, Cagliari 1896, pp. 42-43 e 145 e A. Saba, Studi sui [sic] Cartulari de Arborea. Codice ine- dito dell’Archivio Comunale di Cagliari, Cagliari 1923, pp. 15-16. Nessun elemento degno di nota in F. Elías Tejada, Cerdeña Hispánica, Sevilla 1960, pp. 76-78. Totalmente appiattita su Alziator è la sintetica intro- duzione che la Thermes antepone alla sua trascrizione, con traduzione, di un poemetto latino del nostro autore: C. Thermes, Roderigo Hunno Baeza, In dispar coniugium. Introduzione, testo e traduzione, «Bollettino bibliografico e rassegna archivistica e di studi storici della Sardegna» 5 (1988), fasc. 9, pp. 5-15 (l’introd. è alle pp. 5-9) e fasc. 10, pp. 17-22.

3 Citati alla nota precedente. Scivolando per eccesso d’entusiasmo nell’iperbole, Alziator arrivò ad affermare, a proposito di uno scritto contenuto nel codice (Storia della letteratura, p. 134): «Sono senza dubbio questi distici In dispar coniugium non solo la più pregevole composizione in lingua latina del Cinquecento sardo, e forse anche di tutta la storia letteraria di Sardegna, ma anzi un’operetta degna di figurare tra le cose migliori di tutta la poesia umanistica».

4 Se escludiamo il lavoro editoriale della Thermes, Baeza e la sua produzione sono stati considerati sempre di seconda mano e soltanto in virtù delle notizie presenti nel Panegyricus. Nel ‘900, l’unico altro studio che pone al centro il personaggio e i suoi testi si occupa delle iscrizioni latine di cui dà notizia l’orazione (informazioni generali e trascrizione sempre da Alziator), senza entrare nel merito di nessun altro genere di problematica: F. Porrà, Osservazioni sul materiale epigrafico citato da Roderigo Hunno Baeza nel “Caralis Panegyricus”, «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari» s., I [XXXVIII] (1976-1977), pp. 181-188.
Su quest’ultimo tema si veda oggi A. Ibba – M.T. Laneri, L’epigrafe in mostra: brevi note di un umanista spagnolo nella Cáller del XVI secolo, in L’iscrizione esposta. Atti del Convegno Borghesi 2015 (Bertinoro, 4-6 maggio 2015), a c. di A. Donati, Faenza 2016, pp. 307-333.

5 Infatti, malgrado avessi già esposto i cardini della questione in M.T. Laneri, Per la identificazione e la cronologia dell’umanista Rodrigo Hunno Baeza, «Studi Sardi» XXXIII (2000), pp. 471-497 (anno della pubblicazione 2003), la communis opinio di un Rodrigo Hunno Baeza sardo cagliaritano di fine secolo ha continuato a regnare indiscussa. Eviterò di elencare le decine di saggi e di letterature di Sardegna che includono Baeza fra i letterati locali sulla sola parola di Alziator.
* Le curatrici desiderano esprimere la loro sincera gratitudine al Direttore del Centro di studi filologici sardi, prof. Giuseppe Marci, che ha accolto con interesse il presente lavoro e ai due anonimi revisori per la cura con la quale lo hanno esaminato.